I BAMBINI RI-ESCONO
“COMMUNITY PARK”
MICROCOMUNITÀ DI QUARTIERE
PREMESSA
I limiti imposti per rallentare la diffusione del virus Covid-19 hanno sospeso molti dei servizi a sostegno delle famiglie con bambini/e e ragazzi/e, lasciando sole famiglie anche in presenza di minori con difficoltà fisiche e/o cognitive, aggravando la condizione dei minori stessi.
La vita scolastica dei bambini è stata interrotta, enormi disuguaglianze si sono manifestate a causa delle diverse offerte formative e delle differenti possibilità dei genitori di sostenere i propri figli nell’apprendimento.
Molti i bambini e ragazzi che non hanno mai partecipato ad alcuna lezione a distanza per ragioni a loro non ascrivibili, non si collegano mai alle piattaforme, non consegnano i compiti e quindi non partecipano attivamente alla vita scolastica. Sono stati definiti i “bambini scomparsi”.
Per diversi minori questi mesi sono stati traumatici: limitazioni fisiche, interruzione dei rapporti sociali, lutti e lunghe assenze non elaborati, percezione di ansie economiche, tutto ciò va aiutato ad emergere e se necessario trattato.
Si sono evidenziate forme di regressione dell’autonomia, la percezione di sé solo in qualità di figlia/o, la forzata limitazione psicofisica, l’aumento di conflittualità in famiglia e l’uso molto più frequente dei dispositivi elettronici, e queste sono solo una parte dei disagi riscontrati cui intende rispondere questo progetto.*
Dopo un lungo periodo con attività fisica quasi azzerata, il GIOCO tra bambini rappresenta un modo per riequilibrare le energie per un benessere psicofisico del minore che porterà anche ad un miglioramento delle relazioni intrafamiliari.
La formazione non può essere lasciata solo agli adulti, per l’apprendimento, l’autorealizzazione, l’autostima, la crescita di autonomia sono basilari i rapporti paritari, orizzontali e tra coetanei.
A due mesi dall’inizio quarantena in casa, bambini e ragazzi hanno il bisogno, nonché il diritto, di tornare a socializzare con i propri pari in presenza.
Il sostegno dei nonni alle famiglie con minori è sconsigliato* a tutela della loro stessa salute e comunque non assolverebbe alla lunga mancanza di socializzazione dei minori con i loro coetanei.
Molte delle attività aggregative che solitamente intrattenevano e formavano i bambini nei mesi estivi non si potranno svolgere, i centri estivi dei comuni saranno forse l’unica occasione di socializzazione, ma il loro inizio è incerto e rinviato ai mesi di Giugno e Luglio.
C’è un rischio elevato che, con la riapertura dei parchi, i bambini trovino nel gioco libero con bambini continuamente diversi una naturale risposta ai loro bisogni così lungamente compressi, ciò favorirebbe la diffusione del contagio.
Il progetto qui di seguito proposto offre l’opportunità di una socialità fin qui negata ad una platea vasta di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, al di là delle condizioni economiche e delle necessità lavorative dei genitori.
Nelle Community Park chiediamo sia sospeso l’obbligo del distanziamento fisico, pur in condizioni di sicurezza sanitaria si vogliono creare condizioni per giocare serenamente e di sperimentare anche la forza delle carezze, anche alla luce degli studi sui bambini di Vo’ Euganeo*.
Tutto ciò al momento richiede un intervento del legislatore, pur chiamato a contemplare interessi molteplici, qui si pone la richiesta di rispondere alle esigenze dei minori.
DESTINATARI DEL PROGETTO
I destinatari diretti del progetto sono bambini e ragazzi tra i 2 e i 13 anni e gli adolescenti tra i 13 e i 19 anni. I destinatari indiretti sono i genitori e la comunità tutta.
Gli adolescenti 13-19 sono coinvolti come soggetti attivi nei micro-gruppi e percepiranno un piccolo compenso. Saranno beneficiari dell’allentamento del distanziamento fisico a determinate condizioni.
FINALITÀ
- Contribuire a migliorare e riequilibrare lo sviluppo psicofisico dei minori
- Ridurre al minimo gli spostamenti
- Sperimentare modalità educative che limitino la propagazione del contagio in vista della ripresa delle scuole e limitare l’interazione casuale e non controllata tra bambini e ragazzi
- Ridurre il tempo di utilizzo dei dispositivi elettronici
- Sostenere i minori con un supporto educativo professionale
- Attivare nuovi posti di lavoro ed evitare che i genitori debbano abbandonare o diminuire il lavoro per mancanza di servizi di welfare
OBIETTIVI
Obiettivo generale
- Supportare i genitori nel loro ruolo educativo
- Favorire il superamento del trauma psicologico derivato dalla quarantena
- Sviluppare reti di vicinato utili al sostegno familiare
Obiettivi specifici
- Creare occasioni di scambio sociale all’esterno della propria abitazione
- Favorire il confronto tra coetanei
- Offrire attività strutturarli utili a riequilibrare la routine quotidiana dei minori
ATTIVITÀ
Le attività proposte NON avranno l’obbligo del distanziamento fisico, lo stesso sarà favorito e sarà parte dell’attività educativa, la serenità psicologica del gruppo prevale sulla regola del distanziamento. Per questo si chiede deroga agli organi competenti.
Le attività proposte: Attività ludiche, Attività ricreative, Laboratori artistici, Attività sportive
MODALITÀ OPERATIVE
Le aree verdi pubbliche e private, quali parchi, cortili delle scuole, cortili delle parrocchie e qualsiasi altra area verde di quartiere, saranno i luoghi privilegiati per la proposta delle attività. La partecipazione dei bambini e dei ragazzi sarà prevista in piccoli gruppi di 4/5 unità, omogenei per età, i gruppi saranno distinti e separati, anche nella medesima area verde, opportunamente divisa e delimitata.
Per ogni micro-gruppo sarà individuato un animatore e per ogni tre micro-gruppi un coordinatore di servizio.
Ogni area verde dovrà avere uno spazio coperto (tettoia o tensostruttura) e la possibilità di accedere ai servizi igienici. In caso di impossibilità si valuterà come attrezzare l’area con strutture temporanee.
Il servizio consigliato è di 4 ore. In caso di comprovate esigenze lavorative dei genitori e esigenze specifiche del bambino si potrà predisporre il servizio a tempo pieno.
Qualora le normative sanitarie consentiranno gruppi più ampi verranno accorpati più micro-comunità.
ADOLESCENTI
Un discorso specifico riguarda la necessità di consentire loro di socializzare senza la mediazione dei device, il rischio di isolamento ed abuso di media è estremamente alto.
C’è l’esigenza di riportare le loro relazioni e rapporti interpersonali da remoto a fisico.
Oltre al coinvolgimento nel progetto qui presentato nel ruolo di tutor, per loro si può estendere lo stesso approccio adattandolo allo sport, teatro, musica, o altro e gli spazi saranno i campetti e i parchi.
Se condivideranno il principio di creare micro-gruppi chiusi e costanti potranno, alcune volte a settimane, svolgere attività sportiva, artistica, ecc. La frequenza dipenderà dalla disponibilità degli impianti all’aperto. Il distanziamento fisico sarà mantenuto ma va abbattuto il distanziamento sociale e relazionale.
PROTOCOLLO
In collaborazione con il dipartimento di prevenzione dell’Ulss 9 verranno stese le regole sanitarie che, solo a titolo esemplificativo e non esaustivo, possono essere così declinate:
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Presenza di referenti dell’ULSS 9 per supervisione sul campo
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Esecuzione di tamponi e/o test rapido per verificare positività di COVID-19 di tutti i soggetti coinvolti una volta al mese
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Misurazione della temperatura di tutte le persone all’ingresso
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Distanziamento sociale di almeno 1 metro con i soggetti non appartenenti alla Community
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Utilizzo mascherina da parte di tutte le persone coinvolte secondo le normative vigenti
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Lavaggio frequente delle mani con acqua calda e sapone
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Presenza di gel igienizzante
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Utilizzo di sole aree esterne (escluso i servizi igienici)
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I genitori dei bambini e dei ragazzi iscritti al progetto si impegnano a non coinvolgere i minori in altre attività aggregative e si consiglia di non farli entrare in contatto con persone anziane
L’andamento del progetto, a livello sanitario, verrà monitorato dal Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS9; a livello sociale, i coordinatori dei singoli gruppi saranno costantemente in contatto con il servizio di vigilanza attiva dei supervisori, che interverrà prontamente in caso di criticità, oltre a essere presente per le osservazioni sul posto.
RISORSE UMANE
Il personale impiegato sarà primariamente derivante dalle organizzazioni del terzo settore. Verranno impiegati tutti quegli operatori già impegnati in servizi scolastici ed extrascolastici per i quali sono già stati impegnati fondi pubblici e/o privati e siano stati finora impossibilitati a svolgere la loro attività (art.48 decreto Cura Italia). Il coordinatore del servizio deve avere una laurea specialistica in materie psicopedagogiche ed esperienza di almeno 3 anni nella gestione di servizi educativi.
A incrementare il numero di soggetti coinvolti nella proposta del servizio, potranno altresì proporre la propria candidatura gli insegnanti su base volontaria e uomini e donne maggiorenni, sempre su base volontaria. Le amministrazioni pubbliche potranno mettere a disposizione il proprio personale, al momento non occupato nello svolgimento proprie normali attività, causa lockdown, e i volontari del servizio civile.
Nel caso specifico del Comune di Verona: gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni del progetto “Ci sto? Affare fatica!”, progetto già finanziato che coinvolge più di 300 ragazzi e ragazze, potrebbero svolgere il ruolo di facilitatori in supporto anche per poter accogliere la disabilità.
Verrà istituito un gruppo di supervisori che svolgerà un ruolo di vigilanza attiva sull’intero progetto.
Le Community Park potranno essere anche auto-organizzate dai genitori e impiegare animatori esperti come accade nei Grest estivi.
L’amministrazione comunale metterà a disposizione i luoghi, l’attività di coordinamento, le richieste dei permessi sanitari necessari, e auspichiamo anche la copertura dei costi del personale per lo svolgimento del servizio (anche con il recupero di ore già stanziate per altri progetti educativi).
COSTI
Se gli spazi e i presìdi sanitari vengono messi a disposizione gratuitamente, l’unico costo resta quello del personale, con coordinatore del micro-gruppo con qualifica di educatore il costo orario sarà di circa 20/25 euro, per un totale di 80/100 euro a utente a settimana.
Molti comuni hanno servizi educativi già finanziati e non completamente svolti, possono scegliere di recuperare quei servizi con personale esperto in questa progettualità per calmierare i costi a carico delle famiglie.
Si auspica il contributo pubblico, sia esso comunale, regionale o statale per coprire le spese del servizio vista la difficile situazione economica delle famiglie.
Il progetto “Ci sto? Affare fatica!” è già finanziato.
Le scuole superiori potranno aderire con fondi propri (si trovano risorse residue in particolare alla voce di bilancio aggregato 03 didattica) per sostenere l’attività degli adolescenti.
CALENDARIO
Dal 4 maggio 2020, formazione del personale da impiegare all’interno del progetto.
Dal 18 maggio 2020, inizio attività sul campo.
RISULTATI ATTESI
Il progetto mira al ritorno graduale alla socializzazione tra bambini e ragazzi.
Attraverso una pedagogia della vicinanza, nel tempo della Didattica a Distanza e del distanziamento fisico normato, si mira a riappropriarsi del piacere della socialità: stando insieme e condividendo tempi e spazi
La creazione di queste micro-comunità di quartiere mira a intensificare i rapporti tra le famiglie e a stimolare relazioni di collaborazione reciproca.
Così come prospettato, il progetto intende ridurre al minimo i rischi di contagio e, grazie alla sorveglianza sanitaria così come indicata, qualora si palesasse un caso di positività, sarebbe immediatamente possibile circoscrivere il gruppo di contatto.
Un risultato indiretto molto positivo sarà la salvaguardia dei posti di lavoro dei genitori, in particolare delle donne che purtroppo nel nostro Paese sostengono la cura della famiglia in modo spesso esclusivo. Si potrà quindi evitare di ricorrere alla riduzione oraria o alla richiesta di part-time, meta a volte agognata ma fonte di fortissime limitazioni sulla retribuzione e sulla carriera.
CONCLUSIONI
In presenza di un’epidemia globale la soluzione per limitarne la diffusione qui proposta è locale, di quartiere.
Chiediamo che, al più presto, i micro-gruppi di 5 o più unità, con la costanza dei rapporti sociali come qui rappresentata siano una scelta di prevenzione del contagio autorizzata e consigliata. In forma auto-organizzata o con servizi dedicati.
Come scelta etica e di responsabilità si devono tutelare i nonni, soggetti più a rischio, quindi non potranno essere loro ad ottemperare alla mancanza di welfare per minori.
Nessun genitore dovrà rinunciare al proprio lavoro per la mancanza di sostegno nell’accudimento dei figli.
In un periodo che vede la disoccupazione tornare oltre l’8% chiediamo di sostenere il lavoro che genera lavoro.
Tramite il gioco e la socialità, quale necessità psicofisica, ci si propone di riequilibrare il disagio vissuto.
Gli italiani si sono dimostrati attenti e ligi alle regole finora imposte, ora servono norme rispettose dei diritti anche dei più piccoli cittadini.
Questa proposta è stata scritta grazie ai tantissimi professionisti e altrettanti genitori che hanno contribuito con riflessioni, correzioni e richieste.
Fonti scientifiche:
*studio Michele Poletti e Andrea Rapallo, psichiatri: Le conseguenze dell’isolamento sui bambini.
https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/1560-7917.ES.2020.25.17.2000758
*studio Prof. Crisanti su popolazione di Vo’ Euganeo: “..Nessuno dei 234 bambini al di sotto dei 10 anni, 13 dei quali hanno vissuto a contatto con positivi in grado di trasmettere l’infezione, è risultato positivo al virus. Questo dato avvalora l’ipotesi (ancora da verificare) che i più piccoli possano essere immuni al contagio per via del fatto che potrebbero non aver sviluppato ancora un numero sufficiente di recettori (Ace2), che costituiscono la porta di ingresso per il virus.
https://ilbolive.unipd.it/it/news/studio-crisanti-coronavirus-vo
* Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
Sottoscrivono:
Elisa La Paglia, consigliera comunale di Verona
Alessia Rotta, parlamentare
Alessio Mauri, psicologo
Veronica Gasparini, consigliera comunale di Bussolengo
Michelangelo Motta, studente
Rita Bin, insegnante
Sabrina Ugolini, consigliera di circoscrizione
Valentina Infante, coordinatrice genitori,
Niki Leonetti, consigliere comunale di Cavaion Veronese e allenatore
Francesca Filippini, rappresentante genitori
Stefano Salvemini, avvocato
Elisa Dalle Pezze, Presidente Seconda Circoscrizione
Susanna Beltrame
Camilla Mariotto
Luigina Zappon, psicologa e psicoterapeuta
Silvia Baraldi, consigliera comunale di Legnago
Per sottoscrivere puoi firmare la petizione QUI oppure inviare una mail a: IBAMBINIRIESCONO@gmail.com
Bellissima iniziativa. Bravi tutti.
Se, come immagino, avete bisogno di aiuto sono a disposizione. Una mamma e una psicoterapeuta familiare.
Barbara Busetto
Grazie mille Barbara,
ci sono proposte di protoccolli, ma per ora riguardano solo 0-6, possiamo parlarne domani? mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista.
grazie ancora
elisa